Come e quando innaffiare le piante da interno

da | Dic 7, 2022 | Green Design

Innaffiare le piante da interno è un’azione essenziale per garantirne la salute e la resistenza nel tempo, ma va eseguita in modo corretto, altrimenti si rischia di danneggiarle. 

Le principali ragioni che spingono le aziende nostre clienti a scegliere delle belle piante da disporre in un ufficio sono, senza dubbio, le seguenti: 

  • migliorare il benessere quotidiano delle persone nel daily-job; 
  • migliorare la percezione/accoglienza degli spazi ufficio;
  • migliorare la resa estetica degli ambienti, rendendoli più accoglienti, vivi, colorati e profumati. 

Appare quindi evidente che una pianta secca non può contribuire al raggiungimento di questi obiettivi

Curare le piante rientra nell’ambito della manutenzione ordinaria, e conoscere come e quando innaffiarle non è così scontato, soprattutto per chi è alle prime armi e non possiede i rudimenti del mestiere. 

In tal senso, esistono alcune regole di base che possono essere applicate nella maggior parte dei casi, salvo alcune eccezioni. 

1. Quale acqua usare?

I sistemi di addolcimento delle acque sono sempre più diffusi sia a livello residenziale che aziendale, e consistono essenzialmente nella riduzione dei sali disciolti nell’acqua del rubinetto

Il primo consiglio, quindi, è di non utilizzare acqua addolcita e trattata, perché quei sali minerali che noi andiamo a rimuovere sono in realtà essenziali per le piante

Piuttosto, utilizza l’acqua dell’acquedotto che esce normalmente dai nostri rubinetti, a temperatura ambiente, ma anche in questo caso è opportuno fare una precisazione. Alcune piante soffrono la presenza eccessiva di cloro nell’acqua, come per esempio le orchidee, quindi si consiglia di lasciare il liquido raccolto in un annaffiatoio per qualche ora, in modo che si depositi sul fondo

Una delle soluzioni ideali, in realtà, sarebbe raccogliere l’acqua piovana, per il benessere delle piante ma anche in un’ottica di corretto risparmio idrico.

2. Innaffiare la pianta solo se necessario

Uno degli errori più diffusi nel giardinaggio fai da te consiste nell’innaffiare le piante in modo eccessivo, anche quando non è necessario. 

Le piante hanno bisogno di acqua per vivere, ma un suo eccesso può danneggiarle gravemente. Il metodo più semplice per capire se è giunto il momento di innaffiare la pianta è controllare il terreno. Se è secco, allora si può procedere, ma se è bagnato o anche solo umido si dovrà attendere ancora un po’. 

In commercio esistono degli strumenti, dei sensori, che, se inseriti nel terreno, indicano il livello di umidità contenuta e la necessità o meno di innaffiare la pianta. 

Se la pianta ha bisogno di essere innaffiata, allora ci si deve assicurare di bagnare bene il terreno, fino a quando l’acqua inizia a fuoriuscire dai fori di drenaggio del vaso all’interno di un piatto sottovaso. Dopo un paio di ore si può svuotare il piatto e lasciare che l’acqua in eccesso fuoriesca lentamente

3. Ogni pianta ha esigenze diverse

Non tutte le piante necessitano dello stesso apporto di acqua, dipende molto dal tipo di esemplare scelto. 

Per esempio, le piante grasse riescono ad assorbire l’acqua e resistere anche a lunghi periodi di siccità, mentre altre vanno innaffiate molto più frequentemente, in alcuni casi anche tutti i giorni durante i mesi più caldi. 

Quindi, si consiglia di personalizzare l’intervento in base al tipo di pianta.

4. Considerare tutte le variabili

Il bisogno di acqua a cui abbiamo appena fatto riferimento non varia solo da pianta a pianta, ma anche tra due piante della stessa specie disposte in punti differenti dell’ufficio

Quali sono le variabili da considerare? 

Le principali sono l’esposizione al sole, la temperatura e il tasso di umidità negli ambienti, le dimensioni del vaso, ma anche il numero di persone che si trova nella stanza e i sistemi di aerazione

5. Utilizzare ciottoli per pacciamatura

Per ridurre l’evaporazione dell’acqua e proteggere la pianta potresti disporre sul terreno dei ciottoli per pacciamatura, simili a sassolini. 

Oltre a essere benefici per le piante, questi ciottoli hanno anche una resa estetica molto gradevole, soprattutto se si abbinano colori differenti e si utilizzano vasi decorativi. 

Detto questo, i ciottoli a contatto con l’acqua sono soggetti a ossidazione, quindi è preferibile utilizzarne di colorazione variegata e non totalmente bianchi.

6. Innaffiare nebulizzando

Invece di versare l’acqua direttamente sul terreno tramite un annaffiatoio classico, si potrebbe valutare l’impiego di un nebulizzatore, un dispositivo che consente di spruzzare una sorta di pioggerellina leggera sulla pianta. 

Questo consiglio si applica in particolare alle piante provenienti da regioni tropicali, abituate a un livello di umidità più elevato rispetto a quello che normalmente le nostre case possono fornire.

7. Automatizzare e ottimizzare i processi

Se in ufficio non c’è una persona che possa dedicarsi alla cura delle piante, ma non si vuole rinunciare ad abbellire gli ambienti con elementi vegetali, allora si possono adottare soluzioni più innovative ed estremamente efficaci

In commercio sono disponibili dei kit di irrigazione automatica, alcuni più semplici, altri invece più evoluti e avanzati, dotati di rilevatori di umidità e di pompe alimentate a batteria. 

Con questi strumenti ci si potrà prendere cura delle piante in ufficio senza rischiare di danneggiarle

Conclusioni

Le indicazioni fornite in questo articolo rappresentano la base delle attività svolte dai nostri tecnici che quotidianamente si prendono cura delle piante da interno di moltissimi uffici di Milano, Roma, Genova, Torino e tante altre città italiane, anche perché non sempre in azienda c’è una persona addetta alla cura del verde interno

Per questo motivo, noi di HW Style interveniamo per togliere l’incombenza ai nostri clienti, offrendo un servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria eseguita direttamente dai nostri professionisti.

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